Nel 2014 abbiamo aderito al Progetto Biopass dello studio Agronomico SATA, il progetto italiano per la misura, la salvaguardia e l’incremento della biodiversità in viticoltura. Un tema che ci sta molto a cuore a livello etico, ma che ha diverse implicazioni anche dal punto di vista pratico per la gestione di Mosnel. Incrementare la biodiversità in azienda per noi è infatti fondamentale per salvaguardare il suolo sui cui le nostre viti crescono, per guidare le nostre scelte agronomiche e fare vini sempre più buoni, e per confermare un ruolo che siamo convinti sia il più importante per noi viticoltori: quello di custodi del territorio dove operiamo. Un valore che ci ha tramandato nostra madre Emanuela, e che noi cerchiamo ancora oggi di portare avanti con grande dedizione.

Partendo dallo stato di fatto in cui la nostra azienda si trovava nel 2014, lo studio Sata, coordinato dal nostro agronomo Pierluigi Donna, è partito dal calcolo del nostro indice di biodiversità strutturale, cioè da una valutazione indiretta dei fattori aziendali che la condizionano, come la densità delle colture (nel nostro caso le viti), la presenza di siepi, aree umide, arnie, solo per fare alcuni esempi. Il risultato è stato di “particolare soddisfazione”, come riportato nella relazione finale del lavoro.


Da questo punto di partenza lo studio Sata ha quindi intrapreso un minuzioso e lungo lavoro di monitoraggio dei suoli dei nostri vigneti, che sono un indicatore fondamentale di biodiversità. Sono partiti eseguendo le analisi chimico-fisiche, con particolare attenzione al rame, consapevoli che è necessario conservare livelli ideali di questo elemento per la vita nei nostri terreni; e alla sostanza organica, vera fonte di energia per le dinamiche vitali e la protezione degli equilibri. I valori del contenuto in sostanza organica in alcuni vigneti sono risultati molto buoni, seppure non ancora ideali, e sono stati preziosi per spingerci a migliorare e intraprendere azioni mirate all’arricchimento dei terreni, mentre quelli relativi al contenuto in rame ci hanno rassicurato sulla corretta gestione di questo elemento, tanto prezioso per combattere le malattie causate da funghi nei nostri vigneti in conduzione biologica.


In collaborazione con la Fondazione E. Mach di San Michele all’Adige, dei vari terreni è stato eseguito anche un’analisi sperimentale chiamata cromatogramma, che ha confermato un buono stato di salute di quasi tutti i nostri suoli. Oltre a questo lo studio Sata ha anche svolto una valutazione visiva chiamata VSA, secondo il metodo codificato a livello mondiale dalla FAO, che ci è stato utile per valutare la struttura dei nostri suoli. Questo indice è infatti funzionale per valutare l’idoneità di un terreno alla viticoltura. Suoli con buoni punteggi di VSA solitamente danno buone produzioni con bassi costi operativi. Anche qui i risultati sono stati variabili da terreno a terreno e ci hanno fornito indicazioni pratiche davvero utili. È stata anche valutata la popolazione di lombrichi nei nostri terreni. Questi anellidi sono infatti un ottimo indicatore dello stato di salute del suolo, in quanto molto sensibili alla gestione dello stesso. Il risultato è stato ottimo: la stima parlava di più di un milione di lombrichi per ettaro.

Ultima, ma importantissima, analisi, quella della microfauna del suolo, piccoli insetti spesso difficilmente individuabili a occhio nudo, che però sono un fondamentale indice di sostenibilità. Si è deciso di utilizzare questo metodo di valutazione perché le classiche analisi chimico-fisiche del suolo eseguite in laboratorio non forniscono elementi sufficienti a comprendere lo stato strutturale del suolo e la sua capacità di accoglienza per le radici e le forme di vita.


I risultati di questo importante lavoro ci hanno guidato verso diverse azioni dirette a incrementare la biodiversità aziendale come l’introduzione di api nei nostri vigneti, la realizzazione di siepi, l’impianto di alberi e arbusti autoctoni come carpino bianco, ligustro e biancospino, o la pratica del sovescio, che ogni anno ci regala anche un colpo d’occhio colorato sulle nostre vigne.

Lo studio oggi prosegue, con monitoraggi però più puntuali nelle situazioni che più ci interessano. In questi sette anni tutte le analisi svolte sono state fondamentali per la gestione agronomica dei nostri vigneti e per le scelte aziendali, sia in termini di salvaguardia dell’ambiente in cui operiamo, che in termini di qualità delle uve prodotte e dei relativi Franciacorta.