Ci siamo. L’uva è in cantina. L’abbiamo pigiata, abbiamo separato le varie frazioni del mosto, e abbiamo fatto partire la fermentazione. Abbiamo pure già assaggiato le basi. Ora ci sentiamo più sereni e soprattutto siamo in grado di dare un primo giudizio a questo caldo 2015. Come al solito sarà comunque il tempo a darci la risposta definitiva.
Dal punto di vista climatico l’annata 2015 verrà ricordata per le sue similitudini con l’annata 2003: sole, sole e ancora sole. Ma non è tutto, perché a partire da giugno ha praticamente smesso di piovere, e questa una mancanza di precipitazioni che ci ha accompagnato fino alla vendemmia. La siccità ha quindi determinato un calo delle rese di uva per ettaro rispetto alla media degli altri anni, ma l’andamento climatico ha giocato a nostro favore nel tenere sotto controllo malattie e problemi fitosanitari.
Siamo dunque arrivati in vendemmia con uve sanissime, grappoli di chardonnay giallo-dorati, uve di pinot bianco piene di fragranza e acini di pinot nero ricchi di finezza ma anche di colore.
In cantina è stato un piacere lavorare, con pochissimi interventi da parte nostra per portare a termine le fermentazioni. Nei diversi assaggi abbiamo riscontrato ampia variabilità fra i vini base ottenuti: chardonnay ricchi, strutturati, ma anche “nervosi” al punto giusto; pinot bianco sorprendenti per tenuta acida e profondità; pinot nero potenti ma ancora tutti in divenire.
La prima degustazione a fine vendemmia ha confermato tutte queste potenzialità, lasciando intravvedere un millesimo tutto particolare per complessità, calore e mineralità.
Un 2015 che sarà dunque interessante per noi da seguire nella sua evoluzione, fino all’ingresso sul mercato delle prime bottiglie. A voi comunque il giudizio finale, con un po’ di pazienza.
Flavio Polenghi