Ci eravamo lasciati a fine agosto con le prime considerazioni sulla nostra vendemmia. Vi avevamo raccontato di un’annata molto particolare, di un’estate con temperature sotto la media, piogge diffuse e insistenti, ma anche di malattie tenute sotto controllo. Vi avevamo detto che questa era un’annata che ci avrebbe impegnato molto in cantina, e così è stato. Proseguiamo da lì il racconto della nostra annata, spostandoci proprio nelle nostre cantine, dove le basi hanno fermentato e maturato, sotto il vigile controllo dei nostri enologi.
Il 15 gennaio scorso abbiamo voluto fare il punto della situazione e abbiamo dedicato la giornata alla degustazione di ben 50 basi differenti, da cui dovranno nascere le 6 cuvèe che compongono la nostra linea. Il lavoro è meno semplice di quanto si pensi perché si tratta di vini di cui si deve intuire lo sviluppo nel tempo e che comprende prodotti molto variabili. Teniamo infatti separati fino a questo momento i vini provenienti dai diversi vitigni, Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco, che a loro volta vengono suddivisi in basi fermentate in legno e in acciaio. Ma teniamo separate anche la prima e la seconda frazione di spremitura. Capite bene, quindi, che le cose si fanno abbastanza complicate, anche per i nostri enologi.
Per fortuna che il team capitanato da Giulio Barzanò e composto dai quattro enologi Flavio Polenghi (enologo in house), Nicolas Secondé, Andrea Rudelli e Luigi Biemmi, ha esperienza e sensibilità per riuscire ogni anno ad arrivare a soluzioni in linea con la nostra filosofia produttiva. Dalle degustazioni sono emersi i caratteri di un’annata difficile, ma sinceramente non ci aspettavamo una così buona qualità in tutti i campioni assaggiati, e nemmeno di incontrare così tante punte di interesse per complessità, mineralità e lunghezza in bocca. I più sorprendenti sono stati i vini provenienti dai vigneti più maturi, che hanno dimostrato una ricchezza e un equilibrio che non esitiamo a definire miracolosi. Sicuramente sarà un’annata che verrà ricordata per la sua acidità, che assicurerà ai vini longevità e freschezza.
Tuttavia, per coerenza, abbiamo deciso che nel 2014 non produrremo la nostra Riserva QDE, che vuole dar voce solo ed esclusivamente alle annate migliori. Una decisione che non abbiamo preso a cuore leggero, ma che riteniamo necessaria.

Considerazioni di Giulio Barzanò e dell’enologo Flavio Polenghi.